La credibilità del cristianesimo in quanto una religione rivelata, basata soprattutto sull'autorità di Dio che si rivela, costituisce uno dei principali oggetti di ricerca propri della teologia fondamentale. Il compito del teologo consiste nell'esaminare la rivelazione cui la religione fa riferimento. Nel presente articolo, l'autore analizza il problema del riconoscimento e della verifica della Rivelazione nella Sacra Scrittura e nella Tradizione come è stato messo in risalto ed elaborato da due teologi polacchi, E. Kopeć e J. Myśków. Nelle loro opere scientifiche E. Kopeć eJ.Myśków descrivono le difficoltà di una corretta lettura della Rivelazione. In quanto fautori di un carattere personalistico della Rivelazione, ambedue sostenevano che non si potesse constatare una discontinuità né effettuare una netta disgiunzione tra la Tradizione e la Bibbia, poiché èstato Dio stesso a unirle strettamente l'una all'altra. Dall'analisi del patrimonio scientifico di E. Kopeć risulta evidente la sua convinzione, che un atteggiamento positivo della Chiesa nei confronti di altre religioni e la percezione in esse di verità e di santità − i concetti espressi nella Dichiarazione Nostra Aetate sulle relazioni della Chiesa con le religioni non-cristiane del Concilio Ecumenico Vaticano II − costituiscano fonte di nuove ispirazioni per i teologi e possano contribuire allo sviluppo di un nuovo ambito teologico, quello di teologia della religione.
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